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Crisi e pandemie nel Medioevo e oggi, alcuni spunti di riflessione

La peste di Firenze nel 1348 descritta da Boccaccio (L. Sabatelli). © Wikipedia Commons
La peste di Firenze nel 1348 descritta da Boccaccio (L. Sabatelli). © Wikipedia Commons

Servizio comunicazione istituzionale

Le pandemie sono un problema ricorrente nella storia dell’umanità: c’è dunque qualche lezione che possiamo trarre dal passato? A questo interrogativo prova a rispondere Andrea Gamberini, docente all’USI e professore di storia medievale.

Nel suo intervento prende spunto dalla pestilenza del 1347-1348 per mostrare come quell’evento drammatico abbia in realtà comportato una trasformazione delle dinamiche economiche e sociali nel segno dello sviluppo e non della crisi. Il post-pandemia rappresentò, infatti, per gli uomini del tempo uno straordinario campo di possibilità, in cui il cambiamento e l’innovazione ebbero la meglio sulla stagnazione e l’involuzione produttiva. Di qui allora l’invito a riflettere su ciò che quella vicenda può insegnare, a partire dalla valorizzazione di quelle strutture profonde della società, resilienti alla crisi, che se assecondate e non contrastate, possono definire il perimetro della ripartenza.

 

Crisi e pandemie nel Medioevo e oggi, alcuni spunti di riflessione